ANAC richiama le stazioni appaltanti a un controllo più rigoroso sulla tracciabilità dei flussi finanziari negli appalti pubblici, con particolare attenzione a quelli finanziati dal PNRR e dal PNC. Infatti, a seguito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza sono state messe in luce diffuse irregolarità, tra cui fatture prive dei codici identificativi di gara (CIG) e di progetto (CUP), oltre a violazioni tributarie per costi indeducibili e IVA non detraibile. In molti casi, i controlli sui subappalti risultano incompleti o assenti.
Secondo ANAC, l’appaltatore ha un ruolo centrale come responsabile dell’intera filiera e deve garantire la regolarità dei pagamenti verso i subappaltatori. Le stazioni appaltanti, dal canto loro, sono obbligate a richiedere la documentazione dei pagamenti effettuati, compresa copia di fatture e bonifici, effettuati da conto dedicato e riportanti CIG e CUP. Si raccomanda inoltre l’inserimento di clausole contrattuali che obblighino l’impresa a fornire questi documenti e la possibilità di acquisire dichiarazioni sostitutive sulla regolarità dei pagamenti.
Di fatti, l’Autorità prevede anche controlli a campione e invita ad attuare un monitoraggio periodico lungo tutta la filiera, per minimizzare i rischi di violazioni. Tali controlli si affiancano a quelli del Responsabile del procedimento, del Direttore lavori e del Coordinatore per la sicurezza, che devono vigilare sull’esecuzione regolare delle prestazioni e sull’ingresso nei cantieri solo di soggetti autorizzati.
Infine, ANAC conclude raccomandando il massimo rigore nella fase esecutiva degli appalti, per evitare ritardi e responsabilità imputabili alle imprese. Il rispetto della normativa sulla tracciabilità – sottolinea l’Autorità – è fondamentale per la corretta gestione dei fondi pubblici e per il raggiungimento degli obiettivi fissati dai progetti finanziati.
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