Dal 10 ottobre 2025 entra in vigore la legge n. 132/2025, che definisce per la prima volta il quadro normativo italiano sull’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione. L’obiettivo è duplice: promuovere l’innovazione e garantire la responsabilità umana in ogni decisione.
Il principio cardine, sancito dall’articolo 14, stabilisce che l’IA è strumento di supporto e non soggetto decisore. Ogni provvedimento rimane sotto la responsabilità del funzionario pubblico, che deve motivare le proprie scelte anche quando si avvale di strumenti algoritmici.
La legge punta a ridurre i tempi dei procedimenti, migliorare la qualità dei servizi e ottimizzare le risorse, assicurando al contempo trasparenza e tracciabilità. I cittadini dovranno essere informati su quando e come un sistema di intelligenza artificiale è stato impiegato e su quali criteri si fonda il suo intervento.
Ampio spazio è dedicato alla formazione del personale, elemento essenziale per un uso consapevole delle nuove tecnologie. Gli uffici pubblici dovranno acquisire competenze digitali avanzate per gestire strumenti complessi, riconoscere eventuali anomalie e garantire un impiego etico e sicuro dell’IA.
Nel settore della giustizia, l’articolo 15 conferma che le decisioni giudiziarie restano prerogativa esclusiva del magistrato. L’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata solo per attività organizzative e di supporto, mentre il Ministero della Giustizia avrà il compito di vigilare sulle sperimentazioni e promuovere percorsi formativi per il personale.
La governance nazionale è affidata all’Agenzia per l’Italia Digitale, responsabile di sviluppo, certificazione e innovazione, e all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, incaricata di vigilanza e controllo. Le due autorità collaboreranno per coordinare gli spazi di sperimentazione e garantire la coerenza con la normativa europea.
Particolare attenzione è riservata al tema della sovranità tecnologica: nelle procedure di procurement pubblico, le amministrazioni dovranno privilegiare soluzioni che elaborino i dati in Italia, assicurando elevati standard di sicurezza e continuità operativa.
In sintesi, la legge 132/2025 delinea una Pubblica Amministrazione digitale, efficiente e responsabile, dove l’innovazione non sostituisce l’uomo ma lo affianca, preservando la centralità della responsabilità umana e la fiducia del cittadino.
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