Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 7201 del 4 settembre 2025, ha ribadito i limiti all’accesso civico generalizzato nel settore degli appalti. Un soggetto estraneo a una gara aveva chiesto di visionare contratto e offerta tecnica dell’aggiudicatario: il primo documento è stato reso disponibile, mentre la parte tecnica è stata negata per la presenza di segreti industriali e commerciali.
La decisione, in linea con il TAR e con la giurisprudenza europea, chiarisce che la trasparenza non può spingersi fino a compromettere la concorrenza. L’art. 35 del d.lgs. 36/2023 ha esteso l’accesso civico agli appalti, ma nel rispetto dei limiti fissati dall’art. 5-bis del d.lgs. 33/2013, che tutela interessi economici e commerciali.
Il Consiglio di Stato ha sottolineato che neppure i concorrenti possono ottenere l’ostensione integrale delle offerte tecniche, e a maggior ragione non può pretenderlo chi non ha partecipato alla procedura. L’amministrazione deve comunque motivare il diniego, eventualmente consentendo l’accesso solo a versioni oscurate dei documenti.
Il principio ribadito è chiaro: la trasparenza resta un valore fondamentale, ma non può trasformarsi in un varco per svelare strategie e know-how delle imprese.
Traspare,
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